Esistono, presso alcune scuole, ulteriori cinture intermedie o una diversa classificazione delle cinture. Nel settore dei bambini le cinture comprese le intermedie sono: bianca, bianco-gialla, gialla, gialla-arancione, arancione, arancione-verde, verde, verde-blu, blu, blu-marrone, marrone. Dopo la cintura marrone si passa a cintura nera (solo dopo i 14 anni), che rimane tale al raggiungimento di gradi superiori (dan), dal 1º in poi. L'ideogramma dan si trova anche nella parola shodan, che significa "principiante", per dimostrare come l'aver impiegato alcuni anni per diventare cintura nera sia davvero poca cosa in confronto a tutti gli anni di allenamento che aspettano. Generalmente, dopo il 6º dan, il grado viene assegnato solo per meriti speciali e non più in seguito ad esami, anche se il modo in cui vengono rilasciati i più alti gradi dan può variare da federazione a federazione. Per i gradi più elevati non viene valutata solamente la mera capacità tecnica raggiunta ma soprattutto le doti di esperienza, didattica, organizzazione, sviluppo e dedizione a quest'arte marziale.
Filosofia Gichin Funakoshi interpretò il "kara" del Karate-dō con il significato di "purgare se stessi da pensieri egoisti e malvagi, perché solo con una mente e coscienza limpida il praticante può comprendere la conoscenza che riceve". Funakoshi riteneva che uno doveva essere "interiormente umile ed esternamente gentile". Solamente comportandosi umilmente si può essere aperti alle molte lezioni del Karate. Questo può essere fatto solamente attraverso l'ascolto ed attraverso la ricezione delle critiche. Egli considerava la cortesia di primaria importanza. Diceva che "il Karate viene propriamente applicato solo in quelle rare situazioni in cui uno deve davvero atterrare qualcuno o essere da lui atterrato". Funakoshi ha ritenuto insolito per un appassionato l'utilizzo del Karate in uno scontro fisico reale più di una volta nella vita. Egli disse che i praticanti di Karate "non devono mai essere facilmente trascinati in una lotta". Resta inteso che un colpo scagliato da un vero esperto potrebbe significare la morte. Risulta chiaro che coloro i quali fanno un uso distorto di ciò che hanno imparato portano disonore a se stessi.
Tecniche del karate-do Il karate prevede lo studio approfondito di tecniche di colpo dette "atemi waza", parola derivata dalla contrazione del verbo "ateru-colpire" e "mi-corpo". Si utilizzano pugni, calci (principalmente alle gambe e al tronco), gomitate, ginocchiate e colpi di percussione a mano aperta nelle zone sensibili del corpo umano (femore, articolazioni, nervi, plessi, avambracci, gola, orecchie, genitali, fluttuanti, fegato, reni ecc.) al fine di provocare un trauma anatomico che neutralizzi l'avversario nel modo più veloce ed efficace possibile seguendo la regola del "minimo sforzo, massimo risultato". Da segnalare che nello studio più avanzato dell'arte vengono esaminati anche gli "tsubo" o "punti di pressione" e particolarmente rilevante è il fatto che nel primo testo redatto dal maestro Funakoshi ("Karate-do Kyohan") un intero capitolo fosse dedicato all'anatomia umana a dimostrazione che non solo si deve imparare "come" colpire ma anche "quando" e soprattutto "dove". Tutte queste tecniche sono corredate da un insieme di parate, schivate, spostamenti e scivolate oltre, una volta chiusa la distanza, a proiezioni, leve articolari, strangolamenti che vengono prese in esame nelle situazioni più disparate portando all'estremo lo studio di angoli, fulcri, baricentri e gestione delle energie al fine di sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio corpo.
Preparazione fondamentale (Kihon) Il Kihon è un termine che indica le tecniche di allenamento base, di parata o di attacco, su cui si basa il Karate. In pratica, si tratta di esercizi propedeutici all'esecuzione tecnica nel Karate.
Kata
Bunkai kata Bunkai letteralmente significa "smontare" ed indica lo studio per l'applicazione pratica delle tecniche contenute nei kata. Lo studio di esse permette di estrapolare dai kata efficaci tecniche di difesa, molto spesso proiezioni del JuJitsu e strangolamenti che sono nascoste magari all'interno di una tecnica di pugno o parata. Lo studio dei Bunkai Kata è uno dei più complessi dell'arte poiché richiede una chiave di lettura che si deve dedurre dallo stile del fondatore.
Il combattimento (Kumite) Gichin Funakoshi ( x), disse: "Non ci sono dispute nel Karate". Prima della seconda guerra mondiale, in Okinawa, il kumite non era parte integrante dell'insegnamento. Shigeru Egami riferisce che, nel 1940, alcuni karateka furono cacciati dal dojo perché usavano combattere facendo a pugni. Tra le caratteristiche Kumite del Karate si nota che i colpi, ad eccezione del Kyokushinkai (e degli stili a contatto pieno da esso derivati), non vengono affondati alla ricerca del knockout (KO) dell'avversario, ma vengono arrestati per ovvi motivi di incolumità. Le tecniche tuttavia devono dimostrare il loro potenziale ed essere eseguite, arrestandole con controllo per non arrecare eccessivi danni. Ciò è possibile grazie ad un adeguato allenamento e ad un opportuno regolamento di gara. Quest'ultimo infatti prevede, in linea di massima, un lieve contatto a livello addominale, nessun contatto con tecniche di braccio al volto e un lievissimo contatto con tecniche di calcio al volto (anche se esistono vari regolamenti e, per esempio, in alcune federazioni e in determinati stili il contatto è consentito). L'eventuale ausilio di protezioni preventive (conchiglia, paradenti, corpetto, paratibia-piede, guantini) e l'adozione di sanzioni adeguate e di opportune norme completano il regolamento nella massima tutela dei praticanti. Negli anni cinquanta, il maestro Mas Oyama creò il Kyokushinkai (Full Contact Karate) e da esso, successivamente, si svilupparono molti altri stili che facevano del contatto pieno il loro punto di forza. Oggi, grazie a questi modi di intendere il karate, si ha la possibilità di combattere in maniera più realistica e funzionale, anche attraverso il KO.
Condizionamenti Il karate di Okinawa usa un addestramento supplementare noto come Hojo undō (a\). Questo utilizza una semplice attrezzatura fatta di legno e pietra. Il makiwara è uno degli attrezzi più usati (allenamento all'impatto dei colpi). Il "nigiri game" è un grande vaso usato per rinforzare la presa di mani e dita. Questi esercizi supplementari sono progettati per aumentare forza, capacità di resistenza, velocità e coordinazione muscolare. Il karate sportivo enfatizza esercizio aerobico, anaerobico, potenza, agilità, flessibilità e gestione dello stress. Tutte le pratiche variano a seconda delle scuole e degli insegnanti.
Karate sportivo La federazione mondiale del karate (WKF) è riconosciuta dal comitato olimpico (CIO) ed internazionale come responsabile per la competizione di karate nei giochi olimpici. La WKF ha sviluppato regole comuni che governano tutti gli stili. I WKF organisations nazionali coordinano coi loro rispettivi comitati olimpici nazionali.
Il karate non ha lo status olimpico. Nella 117ª sessione del CIO (luglio 2005), nella votazione per determinare se diventare sport olimpico, più della metà dei voti fu favorevole, ma era necessario il raggiungimento di almeno i due terzi dei votanti. Sul fronte karate sportivo va precisato che, oltre alla WKF, ci sono realtà diverse che enfatizzano il combattimento, nelle cui competizioni si può vincere anche per KO. Famoso è il Sabaki Challenge, dove vinse Fabio Martella ed ogni anno si sfidano atleti provenienti da ogni parte del mondo. Da menzionare, poi, i campionati mondiali di Kyokushinkai e Ashihara; entrambi caratterizzati da un numero rilevante di atleti internazionali.
Karate fuori dal Giappone Canada In Canada negli anni 1930 e 1940 dei giapponesi emigrarono in quel paese ed il Karate fu praticato tranquillamente senza che vi fossero una grande quantità di organizzazioni. Durante la Seconda Guerra Mondiale, molte famiglie Giappo-Canadesi furono spostate verso l'interno della Columbia Britannica. Masaru Shintani, cominciò a studiare il Karate Shorin-Ryu, all'età di 13 anni nel campo giapponese sotto Kitigawa. Nel 1956 dopo 9 anni di allenamento con Kitigawa, Shintani partì per il Giappone dove incontrò Hironori Ōtsuka (Wado Ryu). Nel 1958 Otsuka invitò Shintani ad unirsi alla sua organizzazione Wado Kai e nel 1969 chiese a Shintani di chiamare ufficialmente il suo stile Wado.
In Canada durante questo periodo, fu inoltre introdotto il karate di Masami Tsuruoka che ha studiato in Giappone negli anni 1940 sotto Tsuyoshi Chitose. Nel 1954 Tsuruoka avviò la prima competizione di karate in Canada and laid the foundation per la National Karate Association.
Corea A causa dei passati conflitti tra Corea e Giappone, molto probabilmente durante l'occupazione giapponese nel XX secolo, l'influenza del karate in Corea è una questione controversa. Dal 1910 e fino al 1939, molti coreani emigrarono in Giappone and were exposed to Japanese. Dopo aver riconquistato la propria indipendenza dal Giappone, molte scuole di arti marziali coreane furono fondate da maestri che si allenarono nelle arti marziali cinesi, giapponesi e coreane.
Per esempio, Choi Hong Hi, una figura significativa nella storia del taekwondo, studiò il karate Shotokan durante la sua permanenza in Giappone. Karate also provided an important comparative model for the early founders of taekwondo nella formalizzazione della loro arte including kata and the belt rank system.
Unione Sovietica Il Karate apparve nell'Unione Sovietica a metà degli Annni 1960, durante la politica di miglioramento di Khruschev delle relazioni internazionali. I primi Shotokan clubs furono aperti nelle università di Mosca.[16] Nel 1973, tuttavia, il Governo vietò il Karate insieme a tutte le altre arti marziali straniere approvando solamente l'arte marziale sovietica del Sambo. Essendo fallito il tentativo di sopprimere le scuole che erano nel frattempo sorte e operative il comitato soprtivo URSS formò la federazione di Karate dell' Unione Sovietica nel dicembre 1978. Il 17 maggio 1984, la Federazione Sovietica di Karate fu sciolta e divenne nuovamente illegale. Nel 1989, karate divenne nuovamente legale, ma solo sotto stretto controllo del Governo. Solamente con la dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1992 furono rese indipendenti le scuole di Karate che ripresero a funzionare,e quindi si formarono federazioni nazionali e tornei, nel modo tradizionale in cui queste istituzioni e manifestazioni trovano spazio nell'arte marziale in oggetto.
Stati Uniti Dopo la seconda guerra mondiale, alcuni membri delle Forze Armate Statunitensi impararono il karate ad Okinwa in Giappone e successivamente aprirono delle scuole negli USA. Nel 1945 Robert Trias aprì il primo dojo negli United States a Phoenix, Arizona, a Shuri-ryū karate dojo. In the 1950s, Edward Kaloudis, William Dometrich (Chitō-ryū), Ed Parker (Kenpo), Cecil Patterson (Wadō-ryū), Gordon Doversola (Okinawa-te), Louis Kowlowski, Don Nagle (Isshin-ryū), George Mattson (Uechi-ryū), Paul Arel (Sankata, Kyokushin e Kokondo) e Peter Urban (Gōjū-kai),tutti iniziarono ad insegnare negli Stati Uniti.
Tsutomu Ohshima, a partire dal 1948, iniziò a praticare il karate quando era studente alla Waseda University, divenendo capitano del club di karate nel 1952. Si allenò con il fondatore dello Shotokan: Gichin Funakoshi, fino al 1953. Funakoshi premiò personalmente Ohshima con il suo sandan (cintura nera 3° Dan) nel 1952. Nel 1957 Ohshima recevette il suo godan (cintura nera 5°Dan), il livello più elevato assegnato da Funakoshi. Questo rimase il livello più elevato nella SKA. Nel 1952, Ohshima formalizzò il sistema di arbitraggio utilizzato nei moderni tornei di karate. Tuttavia mise in guardia gli studenti affinché non considerassero i tornei come espressione del Karate stesso.
Forme Nel Kata, che significa "forma", si racchiudono le tecniche diffuse dalle varie scuole, le principali sono queste: Shito Ryu,Wado Ryu, Shotokan, Shotokai e Goju Ryu. Il Karate ha una vasta gamma di kata che si differenziano nei diversi stili. I kata possono essere visti come delle tecniche marziali prestabilite, per la maggior parte, nelle otto direzioni dello spazio. Il kata non viene considerato come un combattimento simbolico eseguito a vuoto, ma come un combattimento contro uno o più avversari. Il numero dei kata, ma anche i loro nomi e i kata stessi, cambiano in base alla scuola ("stile") che si pratica. Gli elementi fondamentali per eseguire un buon kata sono: la tecnica, kime (la breve contrazione muscolare isometrica eseguita nell'istante della conclusione della tecnica), la potenza (indicata dalla formula P=FxV dove la velocità risulta essere maggiormente incisiva della forza), l'espressività, il ritmo e la sua bellissima storia.
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lunedì 23 dicembre 2013
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